ANESTESIA
Esistono molte tecniche per ottenere l'anestesia chirurgica del piede. Le particolarità della chirurgia mini invasiva, che richiede una immediata mobilità dell'arto, e la necessità di ottenere una buona analgesia post operatoria, rendono il blocco della caviglia l'anestesia di scelta. Altro elemento importante è la relativa facilità di esecuzione del blocco e la sua sicurezza. La associazione con un ansiolitico, somministrato prima della esecuzione del blocco, lo rende molto ben accetto dalla maggioranza dei pazienti. Questo costituisce attualmente il nostro standard, la cui validità e confermata da una esperienza di migliaia di casi e dalla soddisfazione degli utenti.
TECNICA CHIRURGICA PERCUTANEA
La correzione delle deformità e la modificazione delle ossa dell'avampiede avviene utilizzando piccole frese, che vengono introdotte attraverso incisioni della cute di 2-3 millimetri. Queste frese sono guidate dalla mano del chirurgo che "vede" le ossa e le frese stesse attraverso un particolare apparecchio radiologico. La novità importante inoltre è rappresentata dalla assenza di mezzi di sintesi (viti o fili), cosa che consente alle fratture di guarire secondo la "necessità" del piede, piede che camminerà immediatamente dopo l'intervento e sarà libero da medicazioni già dopo una decina di giorni.
DECORSO POST OPERATORIO
Il trattamento chirurgico può essere eseguito anche in Day hospital, non essendo indispensabile il ricovero. Lo stesso giorno dell'intervento, mediante l'uso di calzature post-operatorie e di un bendaggio imbottito, è possibile poggiare i piedi in terra e camminare normalmente senza l'uso di stampelle.
Dopo 15 giorni
Il paziente si reca al primo controllo medico. Nel corso della visita viene cambiata la medicazione, ridotto il bendaggio e sostituita la scarpa post-operatoria con una scarpa propria, comoda (tipo da ginnastica di 1 o 2 taglie più grandi).
Dopo un mese
Si effettua una visita di controllo con le radiografie aggiornate.
CONSIDERAZIONI FINALI
La correzione percutanea dei difetti acquisiti dell'avampiede è una tecnica che cerca di superare alcuni dei problemi posti dalla numerose tecniche proposte nel tempo per questo tipo di chirurgia.
In realtà essa non compie alcuna rivoluzione: il concetto di provocare fratture nelle ossa del piede al fine di riallineare le ossa stesse secondo una "geometria" più razionale risale a molti anni fa. Le novità della tecnica percutanea però sono abbastanza evidenti: non vengono esposti i segmenti ossei, la rimozione della esostosi della testa del primo metatarso e le fratture vengono ottenute con piccole frese, non vengono usati mezzi di sintesi di nessun tipo.
Forse la vera novità però consiste nella abolizione della convinzione che ogni frattura necessiti di una immobilizzazione per poter guarire: le fratture provocate vengono lasciate libere, dopo il riallineamento, in modo tale che la guarigione avvenga secondo il carico reale e non secondo standard prefissati. Infatti al termine dell'intervento viene confezionata una medicazione che si basa sull'uso di cerotti per il modellamento delle strutture operate; ciascun operato viene istruito sull'uso corretto dei cerotti nelle medicazioni domiciliari.
Ma i vantaggi di questa tecnica sono numerosi: si esegue in anestesia periferica, del solo piede; è sostanzialmente un intervento ambulatoriale; consente, anzi necessita, una immediata deambulazione; richiede un tempo di guarigione relativamente breve; è un intervento economico in quanto non vengono utilizzati mezzi di sintesi; è un intervento di breve durata, e ciò migliora il comfort del paziente; il dolore post operatorio, sia immediato che tardivo, è veramente molto ben sopportabile e gestibile; le medicazioni, tranne la prima, possono essere fatte a domicilio dallo stesso paziente; i tempi di recupero e di guarigione sono relativamente brevi; le complicanze sono estremamente rare e gli eventuali problemi post operatori facilmente correggibili.
Tutte queste considerazioni fanno della chirurgia percutanea le tecnica di scelta per il trattamento chirurgico delle patologie acquisite dell'avampiede.
Naturalmente la apparente semplicità di esecuzione di questa chirurgia presuppone una profonda conoscenza delle dinamiche funzionali del piede e della sua anatomia, così come una particolare esperienza e capacità di gestione dei problemi di carico. E, trattandosi comunque di un atto chirurgico, esso va riservato esclusivamente a quelle alterazioni del piede che comportino dolore e difficoltà alla deambulazione, dopo aver chiarito con l'interessato quelli che sono, in generale, le possibilità ed i limiti dell'intervento, a prescindere dalla tecnica utilizzata.