Domande Frequenti
L’alluce valgo è una deformità del “ditone” del piede e in particolare del metatarso, l’osso lungo che precede le falangi, cioè le ossa che formano lo scheletro delle dita dei ... continua »
Lo scheletro del piede è composto da 26 ossa disposte in tre gruppi che, procedendo dalla gamba, compongono lo scheletro del tarso (la parte posteriore del piede) ... continua »
L’alluce valgo è quindi una anomalia dell’alluce, che risulta appunto valgo, cioè deformato verso l’esterno e con la punta rivolta verso le altre dita. Di solito è accompagnato ... continua »
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Nella formazione dell’alluce valgo e delle altre patologie dell’avampiede intervengono sicuramente molti fattori, tra cui la predisposizione familiare, ma certamente rilevante è una modificazione del carico, dovuta, oltre che ad errate abitudini di vita (calzature), ad una alterazione del difficile equilibrio biomeccanico dell’arto inferiore.
Lo scheletro non è una struttura fissa e stabile: le ossa e le articolazioni continuamente vengono demolite e ricostruite in un processo finalizzato ad un migliore adattamento al carico; anche il piede quindi si rimodella continuamente alla ricerca di un equilibrio strutturale. Quando questo non riesce più si hanno le deformità e il dolore, che spesso necessitano dell’intervento chirurgico.
Nel tempo sono state sviluppate molte tecniche per la soluzione di questi problemi, tutte tendenti al riallineamento delle ossa del piede, allo scopo di ristabilire carichi più corretti. La maggior parte di queste tecniche prevede tagli delle ossa sotto visione diretta, con ampie incisioni cutanee, ed anche la fissazione delle fratture ottenute, tramite viti e fili.
La tecnica di correzione percutanea dell’alluce valgo e delle patologie associate dell’avampiede (metatarsalgie, dita a martello, ecc.), detta anche mini invasiva, si basa invece su un concetto molto semplice: correggere le deformità ossee senza esporre le ossa stesse, cioè senza praticare ferite chirurgiche, senza utilizzo di mezzi di sintesi (viti, fili ecc.) , cosa che accelera la guarigione ed evita la formazione di cicatrici.
Questa tecnica nasce in America circa dieci anni fa e in breve tempo ha acquistato sempre maggior successo tra operatori e pazienti per i numerosi vantaggi che offre. Ho avuto la fortuna di incontrare molti anni fa i padri di questa tecnica che è stata da me portata in Italia. Da allora è stata usata su 30.000 pazienti che hanno potuto recuperare una più corretta deambulazione e migliorare l’effetto “pompa” del piede, con notevoli vantaggi per la circolazione venosa dell’arto inferiore.
Regola fondamentale è che: va operato solo e soltanto il piede dolorante e non l’inestetismo del piede.